“Avete il potere sulle vostre menti, non sugli eventi esterni.
Rendetevi conto di questo e troverete forza.”
(Marco Aurelio)
Nella vita di ognuno di noi sono tante le situazioni stressanti che ci troviamo ad affrontare. La pandemia da coronavirus è quella che attualmente sta accumunando il mondo intero e numerosi sono gli elementi che, da un punto di vista psicologico, rendono tale evento potenzialmente molto stressante.
Oggi vorrei parlare con voi di resilienza e fornirvi alcuni spunti di riflessione su come poter fronteggiare lo stress.
La parola resilienza deriva dal latino resilire, assumeva il significato di “saltare indietro” “ritornare in fretta”. In psicologia quando si parla di resilienza si usa spesso la metafora di un elastico, che anche se allungato poi torna alla posizione di partenza, si fa riferimento alla flessibilità delle persone e al mettere in atto le risorse che ognuno di noi ha per poter reagire e fronteggiare situazioni avverse.
L’attuale emergenza sanitaria porta con sé molteplici elementi stressanti, in primis la minaccia che percepiamo verso la propria e altrui salute, inoltre non abbiamo molte informazioni certe e precise sul virus e la sua contagiosità, questo porta ognuno di noi a non poter sempre controllare la situazione e quindi a sperimentare smarrimento davanti un “nemico invisibile”. Un terzo elemento che rende stressante questo periodo è il distanziamento sociale, abbiamo dovuto interrompere drasticamente le attività che più ci piacevano e soprattutto i rapporti con gli altri, che tutt’ora possiamo vedere, per la maggior parte, solo attraverso uno schermo.
Per come stanno andando oggi le cose, difficilmente le nostre vite torneranno esattamente alla forma iniziale come fa solitamente l’elastico (di cui vi accennavo prima) ma, come ho potuto apprendere durante un webinair condotto da Roger Solomon (psicologo e psicoterapeuta) la resilienza è anche “la capacità di muoversi attraverso e nelle crisi e ritornare alla normalità, qualunque cosa questo voglia dire“. Dobbiamo imparare ad essere flessibili a saperci adattare a circostanze mutevoli, dobbiamo prendere consapevolezza che quella che stiamo vivendo è una situazione stressante e imparare a concentrarci sulle nostre capacità per reagire e rispondere con forza a tali eventi.

Maddi nel 2013 condusse uno studio su come alcune persone reagirono dopo un licenziamento ed elaborò 3 concetti che sono di fondamentale importanza quando dobbiamo agire ad eventi stressanti. Il 1° è l’IMPEGNO: quando accade un evento stressante dobbiamo impegnarci a gestirlo, non dobbiamo scappare o evitarlo, ma prendere consapevolezza che siamo importanti: “Io conto, io sono importante per la mia famiglia; la mia famiglia è importante per me; la mia vita è importante per la mia famiglia; e quello che posso fare per gli altri è importanei, quindi.. IO CONTO..”. Essere consapevoli del nostro valore ci spinge a impegnarci e ad affrontare la situazione problematica.
2° il CONTROLLO: riconoscersi la capacità di influenzare la situazione, sia in senso positivo che negativo.
3° la SFIDA: vedere quell’evento come un’occasione di apprendimento e crescita. “Se gestisco questo problema posso imparare da questo evento, in qualche modo ci guadagnerò”. Attenzione a non confondere l’impegno in una sfida vivendo l’evento con arroganza o onnipotenza, piuttosto dobbiamo riconoscere le risorse che possiamo mettere in atto per riprendere il controllo di una situazione e superare le difficoltà, così avremo l’opportunità di crescere e aumentare la nostra esperienza.
Quando ci troviamo davanti a momenti critici e stressanti è importante concentrarci sugli aspetti che si possono controllare, ad esempio quelli necessari per creare la nostra routine, fissandoci dei programmi e impegnandoci a seguirli. I traumi ci fanno sentire impotenti e vulnerabili focalizzarci sul controllo che abbiamo sulla nostra vita può aiutarci a gestire la paura.
Inoltre è fondamentale mantenere un contatto sociale (anche se virtuale) con le persone per noi significative, viviamo in un’epoca in cui è facile connettersi e noi siamo programmati a guardare fuori quando ci sentiamo in pericolo; stare connessi è confortevole e rassicurante.
La tecnica che consiglia Solomon e che propongo anche a voi è: “un girono alla volta”, programmiamo azioni positive nel breve termine focalizzandoci sul qui ed ora e rimaniamo connessi tra noi, apprezzando ogni giorno il dono della condivisione.
Bibliografia:
Solomon R. Webinar “Trauma, resilienza e gestione della vita in uno spazio confinato”. Aprile 2020.
Kobasa, Maddi, Kahn, 1982.
Sitografia:
https://www.stateofmind.it/tag/resilienza/
https://www.ipsico.it/news/stress-e-resilienza-in-tempi-di-pandemia/
https://gecolife.com/2019/02/01/resilienza/